E niente amici, vi sto scrivendo da un luogo con il nome impronunciabile, kirkjubæjarklaustur. Sono in una guesthouse magnifica, si chiama Hunkubakkar, formata da una serie di cottage rossi con le porte verdi e le finestre bianche, in mezzo ad un piccolo bosco di abeti. Fuori ci sono due gradi e scende un leggero nevischio ed io ho gli occhi pieni di meraviglia e il cuore di un rosso forte per tutto quello che sono riuscito a vedere oggi.
Sono stato alle due cascate di Seljalandsfoss e Skógafoss, sulla spiaggia nera di Reynisfjara, sulle scogliere di Dyrhólaey e nel piccolo paesino di pescatori Vik.
Ma poco mi importa dei nomi e dei posti questa volta perché contano poco. Lascerò parlare le poche foto che vi posterò in basso e le sensazioni.
L’Islanda che ho visto oggi è un film fantasy senza un regista e degli attori. In realtà qui madre natura era proprio troppo ispirata quel giorno che posò la propria attenzione sul sud dell’isola.
In macchina avrò visto almeno una trentina di scenari competente diversi, fiabeschi, surreali a volte, impressionanti, emozionanti. Il bello è che spesso da un chilometro ad un altro l’ambientazione cambiava radicalmente. Pianure di roccia prima color giallo paglierino e nero e poi di un verde irlanda (per rendere l’idea), fiumi dai letti così larghi che sembravano laghi con migliaia di isolette nere lava, montagnette laviche coperte di erba dove le pulcinelle di mare e i gabbiani tridattili nidificano e volavano, roccie completamente rosse, pianure gialle completamente ricoperte da arbusti stanissimi e secchi, acqua che scendeva dalle montagne sotto forma di cascate enormi e cascatelle più piccole, l’oceano incazzato che espodeva sulle scogliere, archi di roccia naturali, faraglioni che nemmeno i goonies, ghiacciai che scendevano verso il centro dell’isola e molto molto altro.
Perciò non starò qui a descrivervi ogni posto, non renderei giustizia a nessuno di essi e forse nemmeno le foto lo faranno.
Sono qui e non potevo immaginare di essere in un posto più giusto per me.
La canzone che vi consiglio oggi è “Miami” dei counting crows!